Vibo Valentia, Liceo Classico Morelli, 51 anni dopo, ancora la mitica Terza A.

Pino Nano

La “mitica” Terza A del Liceo Classico Michele Morelli si ritrova insieme dopo 51 anni a Serra San Bruno

Estate in Calabria. Ritrovarsi dopo 51 anni tra vecchi compagni di scuola deve essere affascinante e forse anche un po’ melanconico.Ci hanno provato a farlo i ragazzi della “mitica Terza A” del Liceo Classico Michele Morelli di Vibo Valentia, ritrovandosi insieme al laghetto di Santa Maria del Bosco, a Serra San Bruno, già di per sé eremo e sede ufficiale di una delle più grandi Certose di Clausura ancora vive nel mondo cristiano.

La locandina della Reunion 2022

Il problema più complicato è stato rimettere insieme il gruppo, cercare di capire dove ognuno di loro fosse finito, ricollegare date luoghi e riferimenti che potessero riallacciare le trame sfilacciate di una storia che è ben datata, Anno scolastico 1971, l’anno in cui al Liceo Classico Michele Morelli l’allora preside della scuola, professor Giuseppe Sconda, pensò di portare in ogni classe un fotografo che cristallizzasse sulla pellicola, e per sempre, quel giorno e quella stagione.

Chi l’avrebbe mai detto? 51 anni dopo uno di loro, Enzo De Maria, il più paziente, il più metodico, il più attento ai rapporti umani e sociali del gruppo, si è preso la briga di mettersi al telefono e incominciare la conta.O meglio, la ricerca, una vera e propria caccia all’uomo, per via di una serie di coincidenze che nel frattempo hanno portato molti di quei ragazzi di allora altrove, lontani da casa, fuori dai confini calabresi, in altre regioni e in altre realtà territoriali. Purtroppo uno di loro non c’è più, si chiamava Andrea Accoti, un ragazzo che veniva da Mileto ogni mattina in pullman a Vibo e non conosceva l’ombra del rancore o della tristezza, un sorriso perenne e una disponibilità senza pari.

Cerca oggi, cerca domani, cerca ancora dopodomani, alla fine Enzo De Maria, che nella vita ha fatto il medico internista al Policlinico Universitario di Germaneto a Catanzaro, è riuscito nell’intento.

Dopo quasi un mese e mezzo di ricerche riusce a rimettere ordine al registro scolastico di quell’anno, a ricomporre la squadra dei professori che insegnavano in quella classe, ma soprattutto riusce a recuperare i 25 numeri di telefono utili per riannodare in maniera definitiva i fili del passato.

Il “grande medico” -perché tale Enzo De Maria è stato e continua ad essere-  non si fa scrupoli. Chiama i suoi vecchi compagni uno per uno, e lo fa con una semplicità quasi disarmante, un modo di fare che solo lui riesce a trasmettere, come se per lui il tempo si fosse fermato a quel giorno della foto. E’ vero, è  come se per lui non fosse per nulla trascorso oltre mezzo secolo di vita.

Solo lui poteva farlo, lo riconosco.Ma anche da ragazzo, già studente della Terza A al Liceo Classico Michele Morelli di Vibo Valenzia, Enzo de Maria era così “chirurgico” nel programmare la sua giornata di studio e la sua vita da immaginare che da grande tutto avrebbe fatto tranne che il medico. Lo immaginavano tutti ricercatore informatico, più matematico che filosofo, più ingegnere che poeta, più tecnico che visionario. E invece, ci sbagliavamo tutti. Era invece così visionario da immaginare che prima o poi la sua classe si sarebbe ritrovata tutta insieme.

Le firme degli studenti di allora sulla foto di classe scattata nel lontano 1971
Eccola la foto storica, Anno scolastico 1971, la Terza A del Liceo Michele Morelli di Vibo Valentia al completo

Dopo aver sentito per telefono i suoi vecchi compagni di classe, Enzo organizza anche una chat, mette i loro numeri su un profilo che chiama “Terza A”, e questo dà vita come d’incanto ad una sorta di antico richiamo della foresta.

Prima uno, poi l’altro, poi l’altro ancora, uno dietro l’altro, come i monaci di un tempo, ci si cerca, ci si parla, si comunica agli altri la propria voglia di esserci, e lo si fa con la ritrosia iniziale che è tipica di queste occasioni, perché dopo mezzo secolo di vita “lontana” e “spezzata” in ognuno di loro subentra naturale e legittimo il timore ma anche il terrore del ritrovarsi.

Come sarà? Come saremo? Come faremo soprattutto a riconoscerci? Cosa potremmo raccontarci di comune e di veramente importante dopo tanti anni di silenzio? Ma ne varrà la pena?

Enzo non con conosce e non concede mediazioni e pause di riflessioni a nessuno, e in un batter d’ali, come faceva anche da ragazzo al liceo, decide lui per tutti, fissa un appuntamento, fa finta di chiedere un consiglio spassionato al gruppo, ma intanto cerca un ristorante e una location ideale per la Reunion, e alla fine sulla chat compare una data, il 26 agosto, e un luogo dove finalmente ritrovarsi, Serra San Bruno, in un ristorantino tipico di Santa Maria del Bosco, che Enzo probabilmente conosce e che con cui contratta anche un prezzo da fame.

Antipasto, due primi, un secondo di carne arrosto, funghi freschi in tutte le salse ,dolce e spumante finale, oltre un fiume di vino locale. Insomma, una festa nuziale, un ricevimento d’altri tempi, a cui bisognava arrivare digiuni da almeno tre giorni.

Qualcuno glie lo fa anche notare prima, ma Enzo è fatto così. Per lui, allora, avevamo 18 anni a testa, e oggi si è dimenticato che di anni a testa ne abbianmo in media ormai 70,71, i più giovani non meno di 69. Ve lo dicevo prima, un visionario, quasi folle, e che oggi che ha più tempo libero rispetto agli anni passati è tornato più ragazzo di prima.

Il cappellino di classe, realizzato secondo la tradizione dei più esclusivi campus americani

Bene, ci siamo. Qualche giorno prima del 26 agosto Enzo fa stampare il manifesto della Reunion, poi i cappellini del Corso, come si fa oggi nei più esclusivi Campus americani, con su scritto il nome della classe, della scuola, e lo stemma d’onore del corso frequentato, e fa la conta finale.

Si rende conto che alla fine del vecchio numero originario della classe mancheranno due tre persone al massimo, sono fisicamente a migliaia di chilometri di distanza dalla Certosa di Serra San bruno, e alle prese con problemi di famiglia insormontabili. Dunque, bloccati lontani. E quindi, assenti giustificati.

Il giorno della Reunion, Enzo affida il compito di rifare l’appello a Vito Galloro, forse non a caso, dicono ancora che fosse il più bravo della classe, latinista grecista appassionato di letteratura sempre preparatissimo, puntuale e severissimo come non mai, un portento per quei tempi. Poi nella vita reale ha fatto il pretore, portandosi dietro quindi per tutta la vita il peso di una esperienza e di una preparazione quasi carismatica. L’appello è il momento clou della giornata. Forse il più emozionante.

Il Liceo Classico Michele Morelli di Vibo Valentia. L’aula della Terza si affacciava sull’ala destra dell’edificio

Vito procede a  fare l’appello come si faceva allora, in ordine rigorosamente alfabetico, seguendo le indicazioni di un vecchio registro scolastico che credo Enzo De Maria  abbia recuperato tra le vecchie cose e i vecchi ricordi del vecchio professore di religione, il dolcissimo e indimenticabile don Vincenzo Rimedio, che ad un certo punto della sua vita viene nominato dal Vaticano Vescovo della diocesi di Lametia Terme.

1 Accoti Andrea, 2 Aracri Romeo, 3 Baldari Sergio, 4 Bruni Gianfranco, 5 Carè Davide, 6 Chiaravalloti Giuseppe, 7 Condoleo Renato, 8 D’Agostino Antonio, 9 De Maria Enzo, 10 Eramo Alberto, 11 Facciolo Francesco, 12 Gaglianone Pasquale, 13 Galloro Vito, 14 La Grotteria Nicola, 15 Lavorato Michele, 16 Lo Giacco Giorgio, 17 Nano Pino, 18 Natale Domenico, 19 Papa Domenico, 20 Pitimada Francesco, 21 Policaro Antonio, 22 Riso Saverio, 23 Sangiorgio Angelo, 24 Scoleri Giuseppe Antonio ,25 Sposaro Gaetano,26 Stillitani Francescantonio.

Ma come, manca ancora Alberto Eramo? Non è arrivato, come mai?

Alberto era il “poeta” della Terza A, e ha vissuto la vigilia di questa Reunion sulla chat della classe come se dovesse prepararsi ad un appunamento romantico, come se il 26 agosto Enzo lo avesse invitato non ad un pranzo d’istituto, ma ad un incontro d’amore con una delle ragazze che allora gli ruotavano intorno, e tutto questo lo si coglie a piene mani rileggendo certi suoi messaggi, un inno alla vita, quasi una preghiera intima per i compagni lasciati e finalmente ritrovati, una gioia debordante e una emozione palpabile e quanto mai reale per il solo fatto di poterli ora rivedere. Fatto sta che lo stress forse gli gioca un brutto scherzo, e la notte prima del nostro incontro una colica renale lo blocca in casa e gli impedisce questo nuovo bagno di vecchia e sana amicizia.

Così come un impegno professionale improvviso blocca a Roma Franco Facciolo, ma come si fa a dire ad un grande chirurgo oncologo come lui lo è nella vita di ogni giorno, caposcuola della chirurgia toracica in Italia all’IFO,che è il celeberrimo istituto Nazionale dei Tumori, di venir meno alla sua missione? Anche lui dunque assente più che giustificato.

Il resto è vita reale.

Rieccola la “mitica” Terza A Liceo Classico Michele Morelli degli anni 2022
Vito Galloro
Nino Policaro
Sergio Baldari
Romeo Aracri
Gaetano Sposaro
Enzo De Maria
Gianfranco Bruni
Lino Lagrotteria
Franco Stillitani
Davide Carè
Totò Dagostino
Francesco Pitimada
Renato Condoleo
Mimmo Papa
Mimmo Natale
Giuseppe Chiaravalloti
Angelo Sangiorgio
Saverio Riso

Oggi,invece, ognuno di quei ragazzi di allora dice all’altro “Vediamoci presto, per favore. Rivediamoci come abbiamo fatto oggi, perché è stato davvero bellissimo”. Consapevoli probabilmente che la vita scorre a volte inconsapevolmente, e a una certa età, la nostra, ogni occasione bella non raccolta o non vissuta è davvero un delitto contro se stessi.

Alberto Eramo, Assente Giustificato
Giuseppe Scoleri, Assente giustificato
Michele Lavorato, Assente Giustificato
Andrea Accoti, Assente Giustificato (E’ il primo di noi che è volato in cielo)
Francesco Facciolo, Assente Giustificato
Pino Nano, Assente Giustificato

Dopo il pranzo di Serra San Bruno ci si saluta ancora una volta con la stessa promessa che ci facemmo 51 anni fa, quando lasciammo il Liceo per prendere le varie strade della nostra vita.

Allora ricordo bene ci dicevamo “Ci vediamo presto”, e in effetti ci siamo ritrovati dopo 51 anni di impegni vari e di appuntamenti mancati.

Grazie Enzo per aver realizzato il sogno di tutti noi, ritrovarci era davvero il sogno intimo di ciascuno di noi, e grazie per averlo fatto in tempo utile per tutti. Lo capirete meglio guardando queste foto, e facendo il paragone con la foto di origine, da cui è partita poi la nostra straordinaria avventura professionale e umana.

E’ questo il luogo dove la Terza A si è ritrovata. Siamo davanti al laghetto di Santa Maria del Bosco a Serra San Bruno
Dulcis in fundo, la torta

A tutti gli ex allievi della classe III^A

Anno 1971 del Liceo Ginnasio “Michele Morelli”

In primo piano il Preside attuale del Liceo Michele Morelli Ing. Prof. Raffaele Suppa

Gentilissimi tutti,

accetto volentieri l’invito di Pino Nano a porgere un messaggio di saluto a tutti voi, “ragazzi” (ex allievi) della classe III A, dell’anno scolastico 1970/’71 del Liceo Ginnasio Statale “M. Morelli”, in occasione della vostra “Reunion 1971-2022”, 51 anni dopo.

Nel 1971 io avevo ancora i calzoncini corti, appena 12 anni e frequentavo la scuola media del mio amato paese, Sant’Onofrio, diretta egregiamente dal grande preside Domenico Nano, che è rimasto non solo nella memoria ma anche nel cuore di tanti giovani.

Mai avrei pensato di incontrare sulla mia strada la straordinaria storia del Liceo “Morelli”.

Sono stato chiamato a dirigere il “glorioso” Liceo Morelli nell’anno scolastico 2008/’09 ed ho subito compreso la maestosità del tempio e della storia: una eredità da proseguire con riverenza e rispetto, prestando la mia azione professionale in quella stessa postazione che è stata dei tanti illustri miei predecessori. Tra questi, il preside Giuseppe Sconda che dal 1966 al 1978, proprio negli anni dei vostri studi ginnasiali e liceali, ha ricoperto questo incarico.

Sono entrato in punta di piedi, come si entra in un tempio, in quello che io definisco “il tempio della cultura” e vi confesso la mia grande emozione, lo stupore e l’ammirazione ma anche la tanta umiltà di entrare a far parte della grande storia del “Morelli”!

Una storia che meritava di essere raccontata.

Per tale ragione nel 2012, in occasione della ricorrenza del 400° anniversario dalle origini del Liceo “Morelli”,  fatta risalire all’anno 1612, così come puntualmente hanno ricordato molti illustri storici e studiosi tra i quali prima il prof. Michele Inzillo (preside 1937/1949) e poi il preside Giacinto Namia (preside 1978/2001) con il quale ho condiviso la stesura del volume “QUATTRO SECOLI DI STORIA  1612-2012”.

L’epigrafe, nell’incipit del volume, scritta dal preside Giacinto Namia, non potrebbe esprimere meglio il valore del “Morelli”:

<<HVNC LIBRVM ANNALEM ANNO CCCC AB EXTRVCTIONE SCHOLAE VERTENTE PVERIS IVVENIBUSQVE QVI HOC LYCEO HVMANITATIS STVDIA MAGNA VI AC INGENIO SVNT PERSECVTI EORVMQVE LAMPADA TAMQVAM CVRSORES IN ANNOS TRADIDERVNT MODERATOR PROFESSORES DISCIPVLI MINISTRI GRATO ANIMO MEMORIQVE DICATVM VOLVNT – ANNO MMXII MENSE MARTIO>>

Nel corso degli anni, in questo Liceo, si sono succedute tante generazioni di studenti, insegnanti, presidi e dirigenti scolastici, addetti di segreteria e di laboratorio che, con il loro impegno, lavoro e sacrificio, hanno reso un grande servizio alla cultura classica ed alla collettività vibonese (e non solo) permettendo al nostro Liceo “Morelli” di diventare un sicuro riferimento per tante famiglie ed istituzioni locali.

Una scuola che ha visto maestri e cultori della classicità, del latino e del greco, artefici di vita, modelli insuperabili per i giovani studenti di ogni tempo ed a cui tutt’oggi la società contemporanea si richiama per continuare a dare lustro alla cultura italiana.

Una Scuola non può “essere” che a prezzo di cercarsi senza fine, di trasformarsi nel senso della sua evoluzione logica, di opporsi al mondo esterno senza cedimenti, di identificarsi con il meglio, l’essenziale di sé e, di conseguenza, riconoscersi attraverso la propria storia.

Anche voi, con il vostro contributo, avete animato prima da allievi e poi da docenti, intellettuali, ricercatori e scienziati, in ogni settore della cultura e delle professioni la vita di questa città e dell’Italia.

Da quegli anni, che voi ricordate con tanto orgoglio e nostalgia, molte cose sono cambiate, ma ciò che rimane ancora forte è quel senso di appartenenza, di far parte di una storia importante, che colgo ancora oggi nei tanti allievi del “Morelli” con i quali sto condividendo una stagione straordinaria della mia esperienza non solo professionale ma anche umana.

In questa occasione del 51° anniversario dal diploma, con il vostro esercizio di memoria, avete raccontato, attraverso il blog realizzato da Pino Nano, pagine intense e significative della storia del nostro Liceo, consentendo che diventino occasione di un impegno civile per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale e per la crescita civile della nostra società.

La narrazione è la forza della memoria e la memoria è identità!

Lo sguardo verso ciò che ci ha preceduto come principio di riconoscibilità del presente, come possibilità di raccontarsi, come consapevolezza, fondata sulla conoscenza della storia e dei suoi insegnamenti, ma anche del rifiuto di schemi imposti dalle visioni semplificate dei problemi posti dal mondo contemporaneo.

Per concludere questo mio messaggio vorrei prendere in prestito le parole del prof. Vito Teti (ex allievo del Liceo “Morelli” – Maturità ’68/’69), nel citato volume sulla storia del Liceo “Morelli”, parole che toccano il cuore:

“Sono tornato davanti al mio Liceo, l’anno scorso, per accompagnare mio figlio nel primo giorno di scuola. Era con un cugino, figlio di mia sorella che fa il quinto ginnasio. I luoghi erano gli stessi, l’androne, la cancellata, ma come per Ulisse il tempo è passato: i volti colorati, i rumori, gli abbracci, l’abbigliamento, i capelli delle ragazze e dei ragazzi, cellulari di ogni tipo, mi riportavano, per “spiazzamento”, ai miei anni, che sono contento di avere vissuto intensamente. Quando si sono aperte le porte e i ragazzi si sono riversati mi è venuta voglia di entrare, di tornare. Non si torna mai e non si torna ai tempi in cui il futuro era davanti. Ho fissato le finestre del terzo piano: altri volti e altre storie volavano verso altri volti e altre storie. Sono stato felice di vederli affacciati dalle “mie” finestre, immaginarli seduti sui miei banchi. Chissà se davvero i luoghi lasciano le tracce e la memoria delle persone che li hanno abitati. Mi piacerebbe fosse così per poter fare arrivare da quell’aula a tutte le ragazze e i ragazzi del Morelli, ai suoi docenti, al personale: Buon viaggio. Vivete, comunque, ogni attimo. Adesso, è il vostro turno.”

Parole che suscitano nostalgia e tante, tante emozioni!

Anche voi avete scritto una pagina importante della storia del glorioso Liceo “Morelli”, siatene sempre fieri!

Per continuare a vivere e sognare! Un abbraccio a tutti voi.

Raffaele Suppa

Dirigente Scolastico del glorioso Liceo “Morelli”

Vibo Valentia 4 Settembre 2022

Per le foto scattate a Serra San Bruno e che qui trovate, la foto generale di gruppo e le foto soggettive di ognuno di noi, vorrei ringraziare calorosamente Brunello Monteleone- Studio Foto Ciak di Fabrizia- per la disponibilità e lo stile che ha riservato a tutti noi e che ci ha fatto dono delle foto-.

Mons. Vincenzo Rimedio, Vescovo Emerito di Lamezia Terme e nostro professore di Religione

…Vi porto il saluto amorevole di Don Vincenzo Rimedio…

di Enzo De Maria

Semplice e paziente, accogliente e sorridente come sempre, fedele al suo motto “in veritate ed caritate”, si mantiene sempre aperto ed attivo, in una dimensione pastorale e sinodale, nonostante sia oramai da anni “Vescovo emerito”.

Mons. Vincenzo Rimedio, rimane per noi tutti don Rimedio , o il Professore di  Religione di quegli anni  -dal ‘68 al ‘71-  tanto  belli e pieni di ricordi,  in cui frequentavamo  il Liceo classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia; un’insegnante  che ricordo con rispetto per il suo modo di porsi nella scuola come attento educatore, ma anche nelle sue attività di parroco impegnato a  Santa Maria La nova, intellettuale e filosofo attento ai cambiamenti, organizzatore di diverse iniziative socio-culturali, autore di diverse  pubblicazioni.

Sono stato più volte a trovarlo a Vibo e Lamezia e ne rimanevo sempre contento e accresciuto.  Conversavamo su tanti temi di attualità, i tanti bisogni dell’uomo, la politica, la Calabria come se ancora fossimo a scuola, con un pensiero sempre lucido e riflessivo, propositivo, giovanile. Alla fine, mi regalava sempre un libro con dedica. “Questo è l’ultimo che scrivo” mi diceva sorridendo. Ma quando ritornavo, dopo qualche mese, già ne aveva scritto un altro!

Nell’incontro del 6 maggio 2022, gli ho dato la bella notizia che i compagni del liceo della III A del 1971 ci stavamo rincontrando dopo tanti anni, che avevamo fatto una chat di gruppo molto interessante e simpatica, che c’era una grande voglia di ricordare, ritrovarci nel ricreare l’ambiente di un tempo, per catturare forse noi stessi e riprendere quanto in noi ancora c’è di giovane.

Sorprendentemente, mons. Rimedio ricordava con straordinaria lucidità tutti noi giovani liceali, i nostri volti e la fisionomia, i nostri nomi, i luoghi di provenienza, il tutto accompagnato con un senso di gran rispetto e benevolenza, con un viso contento e sorridente, come un padre che ha notizie dei suoi figli, compiacendosi” di quanta strada abbiano fatto quei ragazzi”.

Mi ha trattenuto a lungo, ha voluto conoscere quante più cose di noi, delle nostre famiglie, del nostro lavoro, di dove eravamo ora, degli altri impegni …

In quell’occasione mi è stato possibile farlo parlare al telefono con Franco Facciolo “suo concittadino”, Sergio Baldari “il Cristo della sua via Crucis”, Pino Nano “sempre simpatico”. Mi ha ancora regalato un libro “Un mendicante di felicità per la sua gente” un testo veramente formativo con studi e testimonianze di chi ha conosciuto mons. Rimedio e con all’interno tanti suoi scritti.

Devo scusarmi con gli altri compagni per non aver fatto ricevere una telefonata dal nostro professore, ma è comunque possibile contattarlo al cellulare.

Ci siamo ancora sentiti con mons. Rimedio per telefono; sapeva anche del nostro bell’ incontro di Serra San Bruno del 26 agosto, ci avrebbe anche telefonato per un saluto in diretta, ma stava in ospedale.

Ora va meglio, è molto contento di aver avuto anche ultime nostre notizie, è molto contento di noi, ci saluta tutti con un grande abbraccio, i migliori Auguri a tutti e la sua Benedizione.

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